Spiriti a Millesimo

Ho scritto in un precedente articolo del raro volume scritto da Gwendolyn Kelley Hack, Modern Psychic Mysteries: Millesimo Castle, Italy, contenente il resoconto delle sedute spiritiche tenute al “castello di Millesimo” tra il 1927 e il 1928; queste erano promosse da Carlo Centurione Scotto nel tentativo di mettersi in contatto con il figlio Vittorio, morto nel 1926 precipitando con il suo idrovolante nel lago di Varese.

Nel volume della Hack sono riportati i molti dialoghi intercorsi tra gli ospiti di casa Centurione e le varie “entità” che si manifestavano attraverso la voce prodotta tramite un grammofono; suscitano simpatia questi “pionieri” della tecnologia che speravano – con strumenti nuovi – di risolvere finalmente problemi antichi, come i dubbi e le domande sull’aldilà.

Tra gli ospiti fissi c’era un certo Cristo D’Angelo; costui era, ovviamente, un trapassato che fungeva da “spirito guida” (tutti i medium sostengono di averne uno, cioè un defunto che parla soprattutto con loro e che li aiuta ).

Lo spirito guida dichiarava di essere vissuto in Sicilia (anche se il paese da lui indicato come natio non esiste sulle carte) e parlava con un italiano dialettale simile a quello che i moderni film di Hollywood mettono in bocca ai gangster della mafia (“Stai tranquilla – c’ho il controllo in mano” pag. 252).

Nella seduta del 28 luglio 1927 egli promette un “apporto” (lo spostamento di un oggetto da un luogo ad un altro) proveniente dalla casa genovese del prof. Bozzano, studioso di medianità: infatti appare una scatola d’argento contenente alcune pastiglie che il professore sapeva di non aver portato con sé a Millesimo. La cosa curiosa da notare non è tanto che la scatola fosse calda, a detta dei testimoni, quanto che nel resoconto la città di Genova sia descritta con queste parole: “Four hours or more distant by train”, a quattro o più ore di distanza col treno! Oggi, se per viaggiare da Genova a Millesimo si sceglie il treno, le cose non sono poi tanto cambiate…

Spiriti famosi

Vi sono altri personaggi presenti alle sedute, sia vivi che trapassati, degni di essere menzionati: nella seduta del 6 luglio 1927 Cristo D’Angelo introduce un ospite che desidera parlare con un certo prof. Passini; la voce esordisce con un teatrale “Monsieur le Professeur, je suis Victor Hugo” (pag. 131), e poi disquisisce sulla religione e sul Papa Pio XI, paragonandolo nientemeno che a san Tommaso per la sua incredulità!

Un altro Papa viene nominato spesso: si tratta di Pio X, al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto, morto nel 1914. Quel pontefice è passato alla storia come uno tra i più rigidi in merito a questioni dottrinali; il testo della Hack, invece, ce lo presenta come un bonaccione che parla veneto (era, infatti, nato a Riese di Treviso) e che si presenta dicendo: “Son mi, Bepi ciò, son vegnudo a darvi la mi benedission se la vole”; poi, a conferma dell’intenzione, fa comparire un aspersorio che si trovava due stanze più in là!

Questi aneddoti curiosi ci riportano ad un tempo così vicino eppure tanto lontano quando, anche attraverso la superstizione, si individuavano ideali da seguire e interessi da coltivare. Oggi abbiamo gli occhi ben aperti dalla scienza, ma spesso non sappiamo su cosa posare il nostro sguardo.

Angela Cascio