Come accennato in un articolo precedente, gli intellettuali scapigliati vogliono porsi subito come elemento dirompente nel panorama culturale e intellettuale italiano.

La loro volontà di rompere con il passato sdolcinato e rusticano di matrice manzoniana li porta a rinnegare anche gli stilemi classici. Tarchetti e compagni abbandonano la forma del romanzo lungo per portare in auge la novella.

Il rapporto col lettore

Questo per diversi motivi: vogliono instaurare un rapporto più diretto col lettore e vogliono seguire i dettami di Edgar Allan Poe, che considerava la novella come la miglior forma narrativa per raccontare storie del mistero.

Gli scapigliati italiani guardano con grande interesse ai maestri della letteratura orrorifica loro contemporanea: il già citato Poe, ma anche Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e Théophile Gautier e intendono portare in Italia le tematiche del mistero e del perturbante. Grazie alle loro opere la letteratura italiana si popola di fantasmi e altre apparizioni inquietanti.

La Scapigliatura e il soprannaturale

Gli scapigliati utilizzano le storie soprannaturali per esprimere il proprio dissenso verso l’imperare della scienza e della cultura tecnico-pratica che cominciava ad imperversare ai loro tempi. Emblematico è il racconto “Un corpo” di Camillo Boito nel quale si narra il conflitto tra un medico settore e un pittore per conquistare una bella modella. In sintonia con i nuovi dettami letterari quello tra i due contendenti non sarà uno sdolcinato duello amoroso, ma una lotta feroce che porterà a macabri sviluppi per impossessarsi del “corpo” cui fa cenno il titolo.

Il romanzo pedagogico e paternalistico è fatto a pezzi dagli scapigliati, che mettono in scena casi medici inspiegabili e macabri, ad esempio “Il pugno chiuso” di Arrigo Boito. Oppure allucinazioni fantasmatiche come ne “Le leggende del castello nero” di Igino Ugo Tarchetti. Da ora in avanti la letteratura presenterà tutta una serie di altre situazioni o presenze spaventose e perturbanti.

Il lettore non è più un semplice spettatore, ma un complice dubbioso poiché la sua curiosità, data la materia allucinata e misteriosa del racconto, non può essere appagata del tutto da nessun finale. I racconti fantastici degli scapigliati toccano tematiche sociali molto profonde, le relazioni umane, la povertà e la miseria del proletariato inurbato, la disumanizzazione della società. Tutti temi che risultano ancora estremamente attuali.

Marcello Figoni